Dalla promessa alle prove: plastica bio-circolare, davvero
A Roma le associazioni dei consumatori hanno firmato un patto che chiede imballaggi più trasparenti, rinnovabili e riciclabili. Nel frattempo, Torino ha ospitato IFIB, il MASE ha aperto un tavolo sulla crisi del riciclo e Bruxelles spinge su ecodesign (ESPR) e futuro Circular Economy Act. In mezzo, le aziende: tra costi energetici, import low-cost e nuove regole digitali (DPP), devono scegliere oggi le mosse che faranno la differenza domani, per la filiera e per i clienti.
Patto bio-circolare: quando la domanda chiede trasparenza (e prove)
Il 23 settembre, al Gazometro di Roma, 14 associazioni dei consumatori hanno sottoscritto il “Patto per la plastica bio e circolare”. Non è solo un comunicato: è un termometro di mercato.
Il Manifesto chiede materiali rinnovabili e circolari dove hanno senso, eco-design per ridurre massa e complessità degli imballaggi, etichette verificabili e filiere collaborative tra associazioni, imprese e ricerca. Il consumatore è al centro: dal carrello alla differenziata, con informazioni comprensibili e accessibili.
Per le aziende, questo significa allineare prodotto, claim e fine-vita, supportando le dichiarazioni con audit, test e certificazioni. In un contesto in cui la verifica arriva dai regolatori, dai competitor e — sempre più — dagli algoritmi, l’asimmetria informativa dura poco.
Biowaste: il capitale organico delle città
Il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) ha presentato il volume “La filiera del biowaste: suoli fertili dalle nostre città” con tavola rotonda istituzionale. Il messaggio è netto: la frazione organica è infrastruttura per la fertilità dei suoli urbani e periurbani. Dove la raccolta dell’umido è forte e gli impianti funzionano, gli imballaggi compostabili certificati (EN 13432) sono uno strumento utile: riducono contaminazioni, abilitano recupero di nutrienti e migliorano l’efficienza degli impianti.
In parallelo, la piattaforma Interreg Europe dedica una serie di webinar alla riduzione dei rifiuti (plastiche, tessile, cibo). Segnali coerenti: prevenzione prima del riciclo, e qualità dei flussi prima della quantità.
IFIB Torino: dove R&D incontra i CAPEX
All’International Forum on Industrial Biotechnology & Bioeconomy (IFIB) si misura la maturità reale di tecnologie e materiali bio-based: catalisi, feedstock, scale-up. Per GDO, brand e converter, IFIB è il luogo per validare TRL, rischi di fornitura e curve costi nel medio periodo. La lezione: l’innovazione c’è, ma va scalata con governance e numeri, non con narrazioni.
Riciclo sotto pressione: il tavolo MASE e la voce della filiera
Il MASE ha convocato un tavolo di crisi: margini in caduta, impianti in stallo, importazioni di riciclato extra-UE a prezzo-dumping e tracciabilità opaca, energia cara. La filiera chiede controlli doganali, mirror measures, incentivi selettivi alla domanda di riciclato e sostegno a impianti di selezione e riciclo. In discussione anche un decreto sugli imballaggi compostabili.
Assorimap stima chiusure di impianti in Europa dal 2023 e rischio di perdita di capacità entro fine 2025. Tradotto per chi acquista imballaggi: fissare contratti pluriennali per riciclato di qualità, audit di tracciabilità, piani anti-dumping e una seconda opzione “made in EU” per sicurezza di approvvigionamento.
ESPR: l’ecodesign diventa struttura (e dati)
L’ESPR (Reg. UE 2024/1781) estende l’ecodesign a quasi tutti i prodotti, introduce il Digital Product Passport (DPP) e consente requisiti orizzontali su riparabilità, riciclabilità e contenuto riciclato. Nel 2025 è partito il primo piano di lavoro quinquennale; istituito anche l’Ecodesign Forum (Decisione 2024/2779).
- Progettazione: riduci pesi, semplifica laminati, prepara il data layer del prodotto (composizione, additivi, fine vita, certificazioni).
- Mercato: gli atti delegati arriveranno per gruppi merceologici; chi è pre-allineato riduce tempi e costi di adeguamento.
Verso il Circular Economy Act: dal “cosa” al “quanto”
Il nascente Circular Economy Act (CEA) mira a creare un vero mercato unico delle materie prime seconde, sciogliendo nodi su end-of-waste, EPR e leve fiscali. Reti d’impresa e associazioni (es. ecopreneur.eu) chiedono parità di condizioni per riuso, riparazione, remanufacturing e riciclo di qualità, con appalti pubblici che premino contenuto riciclato e durabilità.
Per il packaging, questo può tradursi in: IVA agevolata per riciclati, criteri comuni di qualità, hub regionali per PMI e tracciabilità digitale collegata a DPP.
Greenwashing: trappole note, nuove responsabilità
I claim ambientali devono essere specifici, misurabili, verificabili e contestuali (es. “compostabile in impianto industriale conforme EN 13432, dove esiste raccolta organica”). Evita parole generiche (“biodegradabile”) senza condizioni e tempi. Prevedi pittogrammi chiari, QR a pagine locali di smaltimento e gestione delle eccezioni territoriali.

Salute pubblica: il costo dell’inazione
Le stime sui costi sanitari della plastica superano i 1,5 trilioni $/anno a livello globale. Studi recenti collegano l’esposizione a ftalati a centinaia di migliaia di morti cardiovascolari nel 2018, con impatti maggiori in Asia, Medio Oriente e Africa. In UE, i costi legati agli interferenti endocrini sono stati stimati in ~157 miliardi €/anno. Per i buyer della GDO, numeri così spiegano la spinta verso materiali alternativi, tracciabili e conformi.
Trattato globale sulla plastica: una pausa che pesa
Il sesto round negoziale a Ginevra si è chiuso senza accordo su tetti alla produzione, gestione delle sostanze chimiche e risorse finanziarie. L’ONU riprenderà i negoziati, ma il percorso non è lineare. Per le imprese europee, questo aumenta il peso delle regole UE (ESPR, PPWR, futuro CEA) come riferimento per pianificazione e investimenti.
Playbook operativo: cosa fare domani mattina
- Eco-design con numeri: riduci massa e complessità, preferisci mono-materiale quando possibile; documenta in LCA sintetica.
- Due corridoi materiali:
- Riciclato certificato (post-consumo dove tecnicamente possibile), contratti pluriennali e audit di tracciabilità;
- Compostabile EN 13432 solo nei casi “adatti” (sporco di cibo, piccoli formati, frazione organica matura) con claim georeferenziati.
- DPP-ready: prepara i dataset, i connettori IT e la governance dei dati; pensa al passaporto come a un “gemello informativo”.
- Claim governance: ogni promessa ha il suo fascicolo prove e una pagina tecnica sempre aggiornata.
- Rischio mercato: prevedi scenari di import a basso costo; inserisci soglie minime di qualità e opzioni EU per continuità.
- Dialogo filiera: segui tavoli MASE e network UE; leve fiscali e mirror measures possono cambiare il P&L di progetto.
Fonti e approfondimenti
- Patto per la plastica bio e circolare – Documento PDF – Confconsumatori
- CIC – La filiera del biowaste: suoli fertili dalle nostre città – Evento e materiali
- Interreg Europe – Waste reduction series (ottobre 2025)
- IFIB 2025 Torino – Raccolta materiali
- Plastics recyclers & value chain – Appello congiunto – Coverage: Il Sole 24 Ore
- ESPR (Reg. UE 2024/1781) e DPP – Piano di lavoro 2025–2030; Decisione 2024/2779 (Ecodesign Forum)
- Verso il Circular Economy Act – Position papers e consultazione pubblica
- Salute pubblica & plastica – studi e stime su costi globali, interferenti endocrini e mortalità correlata
- Trattato globale sulla plastica – esiti INC-6, Ginevra
Se ti serve una valutazione tecnica sul tuo packaging (claim, materiali, compliance), possiamo costruire un fascicolo prove pronto per capitolati ed audit.

